Valsesiani Illustri

Il Centro Libri ha collaborato con il Comune di Scopa alla realizzazione della mostra sugli uomini illustri della Valsesia realizzata lungo la passeggiata della nuova pista ciclabile che collega le frazioni di Muro e Scopetta. L’esposizione (visibile dal 19 novembre 2021 al 9 gennaio 2022) è dedicata alla memoria di otto personaggi che hanno lasciato un importante segno nelle nostra comunità, di cui oggi godiamo i frutti, senza purtroppo serbarne quasi più memoria. I personaggi che andrebbero ricordati sono molti di più e qui troverete solo una piccola selezione che è stata fatta a partire dal volume di Enzo Barbano “Scritti e Ricordi” recentemente pubblicato. Ogni pannello si compone di un ritratto illustrato e una di breve biografia che evidenziano alcuni momenti salienti: in questa pagina sono riportate le biografie integrate di ulteriori informazioni.

Giulio Pastore (1902-1969)

Nasce fortuitamente a Genova da una famiglia operaia novarese. Non ha un’infanzia facile e a soli dodici anni inizia a lavorare come attaccafili in una industria tessile di Borgosesia. Giornalista de “Il Monte Rosa”, iscritto ad Azione Cattolica e sindacalista, ma soprattutto animatore della politica valsesiana, ha un carattere forte, una straordinaria vitalità ed entusiasmo, una grande sensibilità politica e notevoli doti oratorie.
Sposa Maria Marchino di Crevola ed è costretto dal fascismo a lasciare la Valsesia, trovando rifugio a Monza per poi ritornare nel dopoguerra. È eletto Sindaco di Varallo, poi Presidente del Consiglio della Valle, e diventa nel 1958 Ministro per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree depresse del centro-nord. Si ricorda di lui la grande umanità e la prolifica produzione editoriale sul tema sociale.

Curiosità:

Entra in politica appena adolescente: inizia a Varallo ma in breve tempo diviene una delle figure più eminenti del territorio.

E' fondatore e primo segretario nazionale della CISL, che ha guidato dal 1950 al 1958

Alberto Giacomino (1903-1987 )

Nasce a Riva Valdobbia. Costruisce il suo primo modellino di aereo ancora bambino: è appassionato di volo, forse per soddisfare la sua irrefrenabile curiosità, e il desiderio di evasione nato dall’insofferenza tra i banchi di scuola. E’ allievo particolarmente brillante invece nella Scuola di Pilotaggio Idrovolanti. Divenuto aviatore, collaudatore e istruttore di volo partecipa poi, nel 1937, ad una delicata missione in Manciuria, che lo porta ad istruire gli ufficiali giapponesi nell’uso dei bombardieri prodotti dalla Fiat. Si narra che gli allievi non abbandonassero la spada da samurai, neanche durante le lezioni di volo. Per il suo impegno riceve dall’imperatore giapponese Hiro Hito l’onoreficenza Zuihò, un importante riconoscimento per il suo impegno. Il 2 maggio 1931 per primo sorvola a bassa quota la conca tra Riva Valdobbia e Alagna, che ricorda essere stata la sua migliore impresa.

Curiosità

Prima di entrare nella Scuola di Pilotaggio di Idrovolanti, presta servizio nel Genio Militare. 

Impiega meno di due anni per conseguire il brevetto di pilota: divenuto collaudatore, si occupa di testare attrezzature allora d'avanguardia che comportano anche "lanci con catapulta" dei velivoli.

L'8 settembre, recuperato un velivolo Saiman abbandonato, da Gioia del Colle vola verso gli Alleati dove mette a disposizione le proprie abilità.

Giulio Arienta (1826-1900)

E' originario di Varallo, pittore e restauratore, ricordato fin da giovane per il suo spirito vivace.
Durante il Carnevale del 1846 si traveste da allegoria della Verità insieme ad un gruppo di studenti valsesiani, nella volontà di ridicolizzare alcune credenze popolari locali. Dopo aver frequentato l’Accademia Albertina a Torino, entra nei Bersaglieri e rimane per dieci anni sotto le armi. 
In seguito si trasferisce a Roma, Firenze, Torino e nel suo peregrinare arriva fino a Buenos Aires dove lavora come decoratore e figurista.
Torna a Varallo nel 1875 ed è tra i fondatori della Società di Conservazione delle Opere d’Arte in Valsesia.
Per primo si avvicina alla Parete Gaudenziana per eseguirne la pulitura.
Celebre e ancora parzialmente visibile la sua decorazione di villa Clara a Varallo.

Giorgio Rolandi (1899-1987)

Nasce in una famiglia quaronese dal notevole spirito imprenditoriale e avventuriero, ed è uno degli ultimi veri mecenati della Valsesia. Si laurea in ingegneria dopo aver partecipato volontario insieme al fratello alla Prima Guerra Mondiale. In seguito entra nel mondo dell’industria elettrotecnica arrivando a collaborare con l’americana General Electric.
Nel 1943 è arrestato dai fascisti, ma riesce a fuggire dal carcere di S. Vittore e a nascondersi a Quarona. Dopo la guerra la sua carriera prende il volo e lavora molto in Africa sud orientale. Tornato in Valsesia progetta e finanzia il rilancio del palazzo dei Musei di Varallo e la realizzazione funivia del Monte Rosa nel 1957.

Vincenzo Lancia (1881-1937)

Nasce a Fobello e si distingue fin da piccolo per uno spirito inquieto e poco dedito allo studio. Dimostra invece una grande curiosità per la meccanica e l’ambiente delle officine.
Ancora molto giovane va a bottega dai Fratelli Ceirano, noti costruttori di biciclette.
Proprio con loro progetta la sua prima autovettura, la Wellweyes.
La neonata FIAT di Giovanni Agnelli compra l’azienda e Lancia la segue, diventando un fenomenale collaudatore e pilota.
In seguito si mette in proprio e fonda l’omonima Lancia & Co, un marchio divenuto famoso in tutto il mondo anche grazie alla produzione dell’“Alfa”, un’automobile dal cuore sportivo che è un successo sul mercato internazionale.

Vincenzo Moscatelli (1908-1981)

Nasce a Novara in una famiglia operaia dove frequenta il Circolo dei Ferrovieri, covo di socialisti e rivoluzionari.
Sposa Maria Leoni di Borgosesia e si trova nel 1943 a capo della Resistenza valsesiana, e in seguito Commissario politico delle divisioni garibaldine della Valsesia-Ossola-Cusio-Verbano.
Dopo la guerra diventa Sindaco di Novara, è poi sottosegretario del terzo governo De Gasperi, ed entra in Senato e alla Camera. Continua intanto a svolgere un’intensa attività per il PCI, per l’ANPI e fonda a Borgosesia nel 1974 l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli, che gli viene intitolato dopo la sua scomparsa.

Francesco Ilorini Mo (1915-2002)

Nasce ad Arola. È un creativo che ha rivoluzionato l’industria tessile italiana ed internazionale. Le ristrettezze imposte durante il periodo fascista in fatto di importazione lo portano a valorizzare le tinte naturali. Ha infatti introdotto alcuni filati e trend di moda che sopravvivono ancora oggi, come il filato tinta “moretta” o il “bianco e nero”, che si distinguono per la loro eterna eleganza. Inizia a dodici anni a lavorare alla Lenot, per poi collaborare alla fondazione della Tessitura di Crevacuore e delle Lanerie Agnona insieme a Zegna e Fila. Era un uomo dotato di vivace ironia: si narra che abbia mostrato ad alcuni stilisti stranieri particolari sacchetti realizzati per le galline affinchè le uova non rotolassero giù dalle rive della Colma di Valduggia dove viveva la sua famiglia.

Giovanni Zanfa (1859-1931)

Nasce a Agarla di Breia.
Inizia a lavorare in Spagna con il padre nell'industria alberghiera. Avvicinarsi alla stampa e all'editoria è una sua iniziativa, prima nella tipografia Colleoni e poi in quella Camaschella che acquisisce nel 1895. Lì rinnova il settimanale locale "Il Gaudenzio Ferrari" e fonda il “Corriere Valsesiano” che diventa un'importante testimonianza della “valsesianità” e punto di riferimento per coloro che sono migrati. Per capire la fortuna di questo giornale basti pensare che negli anni Venti è possibile persino trovarlo in Etiopia, dove è presente una grossa colonia di valsesiani. Giovanni è anche considerato il precursore delle cartoline illustrate, con la stampa de l'“Almanacco della Valsesia”. La sua eredità è ripresa dal figlio Oscar, che collabora durante la seconda guerra mondiale al giornale clandestino partigiano “La Stella Alpina”,
e dal nipote Romano.